Quali sono le regole per aprire uno studio professionale osteopatico?

Le leggi e le normative pongono parecchi vincoli alle caratteristiche di uno studio professionale osteopatico. Leggi questo articolo per saperne di più.

Lo studio professionale che ospita le attività dell'osteopata deve soddisfare i requisiti di abitabilità e agibilità previsti dalle norme. 

Idonea illuminazione e aerazione

La luce naturale deve essere presente in ogni stanza dello studio e il rapporto aeroilluminante,  cioè il rapporto tra la superficie totale delle finestre e l'area calpestabile, deve essere pari a 1/8.

Come calcolare il rapporto aeroilluminante?

Supponiamo ad esempio, di considerare uno studio per osteopatia che opera in una stanza di 16 m2. Per avere un rapporto tra superficie calpestabile e finestre, il rapporto aeroilluminante, pari a 1/8 moltiplichiamo l'area calpestabile per 1/8.
       16 m2 * 1/8 = 2 m2
Dunque, per rispettare le norme dovremmo avere finestre con una superficie di almeno 2 m2.

Dichiarazione di conformità energetica

L’impianto elettrico dello studio osteopatico deve essere conforme alle norme di settore e dotato di certificazioni di conformità energetica. Deve essere progettato per garantire la sicurezza dei pazienti e prevenire rischi elettrici. L’immobile deve essere dotato sia di attestazione di “dichiarazione di conformità energetica” che di “certificazione di conformità energetica” ad uso studio medico. La Dichiarazione di conformità energetica deve essere rilasciata da un'impresa munita di regolari certificazioni ai sensi del DPR 6264 /2011. Normalmente si tratta della stessa impresa che ha eseguito i lavori.

L’impianto elettrico potrà essere realizzato sia ex-novo nel caso di nuovo immobile adibito a Studio Professionale di osteopatia che aggiornando il preesistente impianto elettrico secondo normativa.

Certificazione di conformità energetica

La Certificazione di conformità energetica viene rilasciata da apposito ente certificatore. Ha una scadenza ed è da rinnovare ogni due anni.

Accatastamento studio professionale

Lo studio professionale deve essere accatastato come «ufficio», corrispondente alla categoria catastale A10. Rientrano in questa categoria quegli immobili che presentano delle caratteristiche tali da essere destinati allo svolgimento di un'attività professionale.
Se lo spazio dello studio professionale risulta accatastato come “abitazione”, è necessario provvedere al cambio di destinazione d’uso. Nella propria abitazione privata è possibile dedicare parte dello spazio disponibile allo studio, ma è importante che sia assicurato il principio di netta separazione tra studio e abitazione. Soluzioni con il doppio ingresso rappresentano l'opzione migliore.

Locazione dello studio professionale

In caso di locazione, è necessario un contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate, così che il professionista possa dedurre i costi dell’affitto. Il contratto di locazione deve specificare che la locazione è ad uso «studio professionale».

Accesso per i pazienti diverso da quello utilizzato da altre attività

Deve essere tassativamente evitata la confusione con qualsiasi altra attività. Gli ingressi dello studio devono essere separati da quelli di altre attività. La presenza di studi osteopatici all’interno di centri estetici o di palestre è vivamente sconsigliata, in particolare a fronte del riconoscimento dell’Osteopatia come professione sanitaria. Può essere considera una eccezione per gli studi che condividono l'ingresso con le palestre, purché siano ben definiti gli spazi di ciascuna attività e nettamente diviso il personale. Si raccomanda di prestare molta attenzione.

Superficie adeguata, pavimento lavabile

Ogni stanza dello studio professionale non dove essere inferiore ai 10 metri quadri. Deve essere utilizzata una tintura lavabile almeno fino ad una altezza di 1,80 m. I pavimenti devono essere realizzati con superficie non porosa, non assorbente e disinfettabile.

Garantire la privacy del paziente predisponendo un’area dove spogliarsi

All’interno della sala riservata ai trattamenti la privacy del paziente deve essere garantita quanto meno per mezzo di un separè. Una soluzione possibile, ma sconsiglita, consiste nell'uscire dalla dalla stanza per il tempo necessario al paziente per spogliarsi.

I regolamenti per le professioni sanitarie prevedono la presenza di un lavabo con comandi non manuali all’interno della sala dei trattamenti.

Quali sono le regole per la privacy dei dati pazienti?

I dati dei pazienti devono essere gestiti con la massima cura per proteggerne la privacy. Leggi l'articolo dedicato alla privacy dei dati dei pazienti.

Specifiche servizi sanitari

Le specifiche sanitarie da seguire per lo studio sono le seguenti:

  • Servizio igienico facilmente raggiungibile
  • Lavabo con comandi non manuali
  • Dispenser di sapone
  • Asciugamani monouso
  • Pavimento lavabile e disinfettabile. 

Se il bagno è solo uno deve avere accesso indipendente dalla sala delle prestazioni. È necessario prevedere anche un antibagno. La somma della superficie di bagni e antibagno dovrebbe essere almeno pari a 10 metri quadri.

Si raccomanda di consultare il comune di appartenenza dello studio: alcuni comuni, come, per esempio Milano, prevedono un metratura per il bagno e una per l’antibagno.

Le norme prevedono anche il regolare approvvigionamento di acqua potabile ai lavabi e modalità di scarico dei reflui e di smaltimento dei rifiuti conforme alle normative vigenti in materia.

Se il bagno non è finestrato è richiesto un impianto di ventilazione che assicuri un coefficiente di ricambio minimo di sei volumi/ora se in espulsione continua o di 12 volumi/ora se in aspirazione forzata intermittente a comando automatico adeguatamente temporizzato per assicurare almeno tre ricambi per ogni utilizzazione dell’ambiente.

La sala d’attesa deve essere adeguatamente arredata.

Prevedere un deposito materiale pulito e sporco.

Se non ci sono dipendenti non si applica il Decreto Legislativo 81 del 2008 (ex 626), altrimenti sarà necessario strutturare il Documento di Valutazione dei Rischi o DVR.

Accessibilità della studio

Trattandosi di studi professionali e dunque non aperti al pubblico, l’unico requisito richiesto per i diversamente abili è l’adattabilità. Per gli ambulatori aperti al pubblico sarà necessario soddisfare il requisito della visitabilità. Se lo stabile è costruito in data successiva al 1989 l’accesso anche a persone con ridotta capacità motoria dovrà essere garantito almeno fino alla porta dello studio.

Condivisione dello studio

Nel caso i locali siano utilizzati anche da un un collega con un esercizio separato, è possibile stipulare un contratto per regolare la condivisione. Le opzioni sono:

  • Contratto di comunione di uso di beni mobili
  • Contratto per la divisione di spese comuni tra professionisti
  • Contratto per la fornitura di spazi attrezzati (o di co-working)

Non sei ancora membro della community di Osteooh?

I membri di Osteooh! hanno tanti vantaggi per migliorare la loro professione e la loro vita personale. Se ancora non conosci Osteooh!, ti consigliamo di dare un'occhiata questo articolo su Quali benefici ricevo dalla membership di Osteooh?